Storie ‘visive’ o storie di ‘visioni’? A leggere tra le righe quante storie da raccontare sono racchiuse. in una scheda biografico-critica!
Maestro per più generazioni di giovani, dal 1959 al 1982 M. insegna Progettazione e Decorazione Pittorica presso l’Istituto d’Arte di Lecce. Tutt’uno con la sua curiosità e natura di ‘intellettuale’ e con esiti apprezzati in ambito nazionale, la sua poliedrica personalità di artista si è applicata nei campi della pittura, della grafica, dell’illustra zione e delle nuove tecniche digitali, manifestando attitudine di sperimentatore e di osservatore/interprete dei grandi temi dell’arte e della cultura contemporanea. I temi di ricerca, orientati sulla natura e comportamenti delle forme e dei linguaggi dell’arte, spaziano dalla filosofia alla scienza, dalla psicologia sino ai grandi temi sociali. Critici e storici che se ne sono occupati hanno distinto in M. periodi e fasi di ricerca, tenuti in considerazione anche dai collezionisti. Le opere degli anni ‘60 testimoniano di un periodo di ‘formazione’ in cui M. giovanissimo, elabora già un suo personale linguaggio pittorico, guardando ai maestri del ‘900 (Licini, Ensor, Klee e Picasso) e rielaborando sperimentazioni vicine alle avanguardie. Anche la città in cui vive gli offrirà stimoli interessanti, con le sue figure di intellettuali: e così M, già allievo di V. Bodini, potrà nutrirsi di ‘utopie’ nello spirito di Adriano Olivetti, di cui si fa portavoce in quegli anni l’urbanista Marcello Fabbri.
Il ’68 e gli anni ’70 segnano la fase più ‘impegnata’ sui grandi temi sociali propri di quel periodo storico; lo strumento espressivo è ora il disegno (matita, china, pennarello); la critica più attenta parla di ‘disegno politico’ e annovera Moscara tra i massimi rappresentanti in Italia di questa ‘scuola’ (un vero e proprio capitolo dell’arte italiana) accanto ad Altan, Tullio Pericoli e A. Chiappori. Nascono in questi anni, con Marcello Fabbri, i “Giornali murali” dell’ARCI (oggi rari e pregiati fogli da collezione); poi arriva l’importante mostra di disegni a Milano (con catalogo a cura di C. Gozzoli, A. Negro e Marisa Dalia Emiliani). Verranno poi, negli anni ‘80, la collaborazione con la rivista Rinascita (testata culturale del PCI, luogo di dibattito per la sinistra italiana), la collaborazione con la casa editrice De Donato, la pubblicazione – per i tipi della Dedalo- di “Segni Di/segni”, con testo di Beppe Vacca.
In questi anni ’80 e negli anni ‘90 diviene di respiro nazionale anche la sua arte dell’acquerello, divulgata attraverso un’intensa attività di illustratore di riviste e pubblicazioni per IRI, Olivetti, AgipPetroli, Edindustria, Vorverk-Folletto, Sarin e nunerosi altri soggetti anche istituzionali. Su questi materiali si è creato negli anni un collezionismo a parte (come per gli acquerelli dei calendari AgipPetroli e i manifesti realizzati per il Parlamento Europeo).
M. si muove ora tra Roma e Milano. La critica (M.Vitta) sottolinea il valore della sua grafica. inseparabile dalla sua ricerca pittorica e artistica. Sono questi anche gli anni dei primi “intrecci”: acquerelli realizzati su carte strappate e poi intrecciate a mano. Una fase felicissima del colore, che passa anche alle grandi tele e che trova l’attenzione dei collezionisti: soprattutto dopo la grande antologica di Cavallino del 1988. In catalogo Flavio Caroli riconosce nella pittura di M. certe affinità con l’ironia sintetizzàta di Tadini. Resta importante, nella storia del collezionismo, anche la lunga collaborazione con la Galleria ArteStudio di Lecce, con la presenza di M. in eventi fieristici nazionali e in collettive che lo vedono esporre accanto a nomi importanti del panorama artistico, come Tadini, Nespolo, Tilson.
Seguirà, ancora a Lecce, la collaborazione con la Galleria Il Grifone Blu. Nel 2001 M. è invitato a disegnare “Le ragioni del fare”: disegni creati con tecnica digitale, poi riprodotti in 8 grandi pannelli nel Salone della Tecnologia Italiana a Tokio. Negli anni 2000 una rinnovata energia sembra animare la produzione di M. che si muove tra una serie di ‘carte dipinte impastate a mano’, l’esplorazione delle nuove opportunità che alla pittura tradizionale offrono le tecnologie digitali, l’originale ricerca che lo porta ora alla produzione dei “rifili”. A documentare in una visione di insieme la sua opera fino alle più recenti produzioni, verrà nel 2009 la mostra antologica “Anabasi” (Museo Provinciale di Lecce, Progetto Regionale “Puglia Circuito del Contemporaneo”) Tra le ultime mostre ricordiamo la collettiva “It’s all about paper” (Galatina, Galleria “A100”) e “Officina Moscara. Sulla tela, con “Tutto quello che è stato dipinto”. Opere di Giancarlo Moscara” (Università del Salento, Monastero degli Olivetani), entrambe del 2015. Del 2017 è invece la personale Giancarlo Moscarai (Lecce, Galleria “Art & Co”).
L’artista ci ha lasciato il 13 novembre 2019.
Nel 2020 prende avvio il progetto della Casa Museo Moscara /Archivio d’Aritsta Giancarlo Moscara con lo scopodi tutelare e valorizzare la ricca e complessa produzione dell’artista.
Nel 2021,organizzata dagli Assessorati alla Cultura della Regione Puglia e del Comune di Lecce,città natale dell’artista, una grande mostra retrospttiva al MUST di Lecce (!6 ottobre 20121- 30 marzo 2022, poi prorogata sino al 30 aprile: Giancarlo Moscara Opere 1955-2019) si avvale di numerosi e importanti contributi critici che analizzano e metton in luc, nella complessità dei temi, la visione originale e autonoma dell’artista e il suo ruolo di ‘sperimentatore’ nell’ambitodella cultura artistica del contemporaneo. La mostrra è corredata da un ricco catalogo realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio Regionale della Puglia
Le immagini che illustrano questo articolo provengono dall’Archivio d’artista Giancarlo Moscara / Casa Museo Moscara